“Ritengo che questo sia un passaggio storico. Al di là dell’aspetto simbolico, c’è una parte estremamente pratica: abbiamo colmato un’ingiustizia che ci portavamo dietro da 25 anni. E lo abbiamo fatto senza gravare sulle casse dello Stato”. Lo dichiara il deputato di Fratelli d’Italia Andrea Di Giuseppe, primo firmatario della proposta di legge appena approvata alla Camera, che consente agli italiani residenti in Paesi extra Ue ed extra EFTA di accedere al Servizio sanitario nazionale previo pagamento di un contributo annuale. Di Giuseppe spiega che il provvedimento risponde a un problema annoso: “Molti italiani che oggi risiedono all’estero non si iscrivono all’Aire proprio per mantenere la residenza e conservare la tessera sanitaria. Questo crea distorsioni enormi e non è giusto. Era una situazione che andava sanata. È stato un lavoro complesso, durato tre anni tra diversi ministeri, perché una legge così importante modificava rapporti consolidati da decenni”. Il deputato rivendica la scelta del contributo da duemila euro annui, stabilito “con un lavoro con il Mef, la Ragioneria e il ministero della Salute. Si è calcolato il costo medio di un paziente italiano e si è leggermente ridotto, perché chi risiede all’estero non usufruisce del servizio come un residente. Trovo che sia un passaggio giusto: il cittadino che non contribuisce al sistema sanitario con le proprie tasse è corretto che partecipi economicamente, anche se in misura ridotta”.
Il testo prevede inoltre alcune tutele specifiche. “I minori saranno inseriti gratuitamente, purché almeno un genitore abbia richiesto la tessera. E anche i pensionati saranno esonerati, perché continuano a pagare le tasse in Italia. È un punto fondamentale: siamo passati da una visione legata solo alla geolocalizzazione degli italiani all’estero a un modello contributivo. Chi contribuisce ha diritto. Il pensionato paga le tasse qui come noi, come tutti i residenti italiani: è logico che abbia diritto all’assistenza”. Il deputato conclude sottolineando il valore politico del risultato: “Abbiamo raggiunto un traguardo estremamente importante, colmando una lacuna storica e garantendo finalmente un diritto essenziale agli italiani che vivono fuori dall’Europa, in modo equo e sostenibile per il sistema sanitario nazionale”.
(27 nov - Sis)




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